Criminalità in crescita: i numeri chiave
Nel 2023, i reati “emersi” in Italia sono stati 2,34 milioni, con un aumento dell’1,7% rispetto al periodo pre-Covid e del 3,8% rispetto al 2022. Si tratta del primo vero incremento dal 2013, escludendo gli anni della pandemia, quando le restrizioni avevano temporaneamente ridotto l’attività criminale. I dati provvisori del primo semestre 2024 mostrano una lieve flessione (-1,1%), ma il trend resta preoccupante per il mondo imprenditoriale.
Le imprese sono sempre più bersaglio di reati informatici, furti, rapine, estorsioni, truffe, contraffazione e riciclaggio. Nel 2023, oltre un terzo dei delitti contro le aziende (35,5%) è rappresentato da reati informatici, con una crescita del 7,8% nell’ultimo anno e un aumento del 45,5% dal 2019. Il fenomeno è trainato da truffe e frodi online, phishing e accessi abusivi ai sistemi aziendali.
Nord Italia: criminalità diffusa e sofisticata
Il Nord si conferma l’area con il più alto numero di reati denunciati contro le aziende, soprattutto nelle grandi città. Milano guida la classifica nazionale con oltre 7.000 reati denunciati ogni 100.000 abitanti nel 2023, in crescita rispetto agli anni precedenti. La Lombardia è anche la regione con la maggiore incidenza di segnalazioni di operazioni sospette legate a criminalità organizzata (18% del totale nazionale).
Nel Nord, i reati più frequenti sono furti in esercizi commerciali, rapine e, sempre più spesso, attacchi informatici. La presenza di un tessuto economico molto sviluppato e di un’elevata attrattività per investimenti e transazioni digitali rende le aziende del Nord particolarmente esposte a sofisticate forme di criminalità, sia tradizionale che cyber.
Centro Italia: aumento dei reati e percezione del rischio
Il Centro Italia mostra una crescita significativa dei reati contro le imprese, con Roma che registra un aumento dell’11% rispetto al 2022 e del 16,7% rispetto al 2019. Firenze segue con un +15,4%. Il Lazio è tra le regioni con la più alta percezione del rischio criminalità (38,3% delle famiglie).
Nel Centro, le aziende sono colpite soprattutto da furti, rapine e truffe, ma anche da fenomeni di usura e riciclaggio. La presenza di grandi centri urbani e la concentrazione di attività economiche favoriscono la diffusione di reati predatori e il radicamento di organizzazioni criminali, soprattutto nei settori più esposti come commercio, turismo e servizi.
Sud Italia: criminalità ambientale e organizzata
Il Sud Italia continua a essere la macroarea più colpita dalla criminalità organizzata e dai reati ambientali. Nel 2023, il 43,5% degli illeciti ambientali si è concentrato nel Mezzogiorno, con la Campania al primo posto per numero di reati contro l’ambiente (4.020), seguita da Puglia (3.054) e Sicilia (2.905).
Le aziende del Sud sono particolarmente vulnerabili a estorsioni, racket, usura e infiltrazioni mafiose, oltre che a reati legati allo smaltimento illecito di rifiuti e all’abusivismo edilizio. La Puglia, ad esempio, si distingue per un’elevata incidenza di reati ambientali e per un numero crescente di denunce e sequestri ai danni di attività imprenditoriali. Anche la presenza di segnalazioni di operazioni sospette legate a criminalità organizzata resta molto elevata in province come Napoli, Reggio Calabria e Crotone.
Conclusioni
Il 2024 evidenzia un quadro complesso e differenziato della criminalità rivolta alle aziende italiane. Se il Nord soffre per la diffusione di reati predatori e informatici in un contesto di alta densità economica, il Centro vede crescere la pressione criminale soprattutto nelle aree urbane, mentre il Sud continua a fare i conti con la criminalità organizzata e ambientale, che limita lo sviluppo e la sicurezza delle imprese. La lotta alla criminalità d’impresa richiede strategie mirate e una costante collaborazione tra istituzioni, forze dell’ordine e mondo produttivo per tutelare il tessuto economico nazionale.
Fonti: